Chianti Classico DOCG: caratteristiche e tipologie del vino

Il Chianti Classico DOCG è molto più di un semplice vino: è un’icona della Toscana, un simbolo del Made in Italy riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo. La sua identità è scolpita nel tempo, attraverso una storia secolare e un insieme di regole precise racchiuse nel disciplinare del Chianti Classico DOCG. Infatti, questo disciplinare non solo garantisce l’autenticità del prodotto, ma ne definisce anche le peculiarità, dai vitigni ammessi alle sottozone di produzione. Lamole di Lamole, situata nel cuore pulsante di questo territorio, ne è un fiero interprete.

I vitigni del Chianti Classico DOCG: caratteristiche

Quando parliamo di quali sono le caratteristiche del Chianti Classico DOCG, ci riferiamo a un insieme di elementi che lo rendono unico e inconfondibile.

Il Sangiovese, varietà d’uva predominante in questa zona della Toscana, è il principale portavoce delle peculiarità irripetibili del territorio del Gallo Nero. Di fatto, per la produzione del Chianti Classico, le uve Sangiovese devono costituire almeno l’80% del totale. Questo requisito sottolinea l’importanza cruciale del Sangiovese nel definire il carattere del vino.

Con il passare degli anni, e supportato da un notevole sforzo in ricerca e innovazione, il ruolo del Sangiovese all’interno del Chianti Classico è diventato sempre più centrale. A riprova di questo:

  • dal 1996 è stata consentita la vinificazione con Sangiovese in purezza per i vini DOCG;
  • dal 2006 il Chianti Classico è autorizzato alla produzione unicamente con varietà a bacca rossa.


Questa decisione ha segnato un passo importante verso la purezza e l’espressione più autentica del territorio.

In particolare, le varietà di vite che possono essere impiegate, in aggiunta al Sangiovese, devono obbligatoriamente figurare nel registro nazionale delle varietà viticole del MIPAAF ed essere riconosciute dalla Regione Toscana. Questo comprende sia uve autoctone, che conferiscono complessità e un forte legame con il suolo, come Canaiolo Nero, Ciliegiolo, Colorino, Fogliatonda, Malvasia Nera, Mammolo e Pugnitello. D’altra parte, sono ammessi i principali vitigni internazionali quali Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah, i quali possono arricchire il vino con struttura e nuove sfumature olfattive, ma con una partecipazione limitata a un massimo del 20%.

Al calice, il Chianti Classico si distingue per un colore rosso rubino, che con l’invecchiamento tende al granato. Al naso offre profumi tipici di mammola e iris, uniti a sentori di frutta rossa come ciliegia e mora. Inoltre, con l’affinamento, emergono note più complesse di sottobosco, tabacco e spezie. Infine, al palato, è un vino sapido, armonico, con una buona acidità e tannini eleganti, che ne garantiscono la longevità.

Le 3 sottozone di produzione del Chianti Classico DOCG

La zona di produzione del Chianti Classico è un’area storica e ben definita, situata tra le città di Firenze e Siena, nel cuore della Toscana. Ogni fase produttiva del vino del Gallo Nero, dalla vigna alla bottiglia, deve avvenire entro questi confini, a testimonianza della sua territorialità unica.

Questa zona suggestiva si estende su una superficie di circa 70.000 ettari e include i territori comunali di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti, oltre a porzioni dei comuni di Barberino Tavarnelle, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi e San Casciano in Val di Pesa.

Nonostante non ci siano ufficialmente delle “sottozone DOCG del Chianti” riconosciute con specifiche menzioni geografiche aggiuntive nel disciplinare, l’area del Chianti Classico è tradizionalmente suddivisa in tre macro-aree, ognuna con le proprie peculiarità che influenzano lo stile del vino:

  • Area settentrionale (Greve in Chianti e San Casciano in Val di Pesa): vini tendenzialmente più profumati, freschi e floreali, grazie a terreni più ricchi e altitudini elevate.
  • Area centrale (Radda in Chianti e Castellina in Chianti): vini con maggiore struttura e complessità, spesso caratterizzati da note minerali, provenienti da suoli di alberese e galestro.
  • Area meridionale (Gaiole in Chianti, Castelnuovo Berardenga): vini più caldi, avvolgenti e con una maggiore intensità fruttata, grazie a un clima più mite e suoli più argillosi.

 

Lamole di Lamole, situata nel comune di Greve in Chianti, beneficia delle caratteristiche tipiche dell’area settentrionale, con altitudini elevate e terreni ricchi di galestro che conferiscono ai suoi vini una particolare finezza ed eleganza.

Quanti tipi di Chianti Classico DOCG esistono?

All’interno del Chianti Classico DOCG, il disciplinare distingue principalmente tre tipologie, che riflettono diverse esigenze di affinamento e selezione delle uve:

  • Chianti Classico Annata: è il vino base, fresco e fruttato, con un invecchiamento minimo di 12 mesi.
  • Chianti Classico Riserva: richiede un invecchiamento minimo di 24 mesi (di cui almeno 3 in bottiglia). È un vino più complesso, con maggiore struttura e potenziale di invecchiamento. Un esempio emblematico è Lareale Chianti Classico DOCG Riserva, il vino di Lamole di Lamole che esprime profondità aromatica e tannini eleganti, frutto di un’attenta selezione e del giusto riposo.
  • Chianti Classico Gran Selezione: è la tipologia al vertice della piramide qualitativa, introdotta nel 2014. Richiede un invecchiamento minimo di 30 mesi (di cui almeno 3 in bottiglia) e le uve devono provenire esclusivamente da un singolo vigneto dell’azienda o da una selezione rigorosa delle migliori uve aziendali. Questo enfatizza ulteriormente il concetto di terroir e l’esclusività. Un perfetto esempio è Vigneto di Campolungo Chianti Classico DOCG Gran Selezione di Lamole di Lamole, che incarna la massima espressione del Sangiovese del territorio, con una complessità e una longevità straordinarie.


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